29 de set. 2009

Incontro con Ledesma al Festival di Mantova

Alessandra Anzivino

Ledesma e la filosofia della strada.

Mendez, il poliziotto che si sporca volentieri le mani con la realtà da marciapiede dei bassifondi di Barcellona, è l’eroe seriale di Francisco Gonzalez Ledesma. Nell’incontro che si è tenuto a Mantova, nell’ambito del Festival letteratura, Ledesma ha parlato de suo personaggio come di un amico intimo, reale e vicino. Ha sviscerato la sua genesi e le sue caratteristiche, sollecitato da un pubblico attento e partecipe e dalle domande incalzanti di Luca Crovi.
Lo scrittore spagnolo ha indirizzato la discussione su un lungo viaggio a ritroso nella sua storia professionale e umana. Con emozione, ma senza ombra di retorica, ha affrontato il tema della censura franchista della quale fu vittima. Un periodo cupo e un’esperienza dolorosa, ma formativa e militante, durante la quale fu costretto a scrivere sotto uno pseudonimo con assonanze statunitensi novelle di avventure che costituirono, per sua stessa ammissione, la sua palestra letteraria e gli regalarono il gusto di raccontare storie.
La saga esistenziale del personaggio letterario Mendez affonda le sue radici nella profonda crisi emotivo/professionale di Ledesma, avvocato affermato e come si è lui stesso definito “milionario”, che sceglie, ad un certo punto della sua vita la verità della storia e della strada.L’”avvocato” Ledesma nella sua quotidiana pratica legale scopre che esiste un’insanabile frattura tra la legge celebrata nei tribunali e la giustizia della strada.
Capisce che esiste una mala fatta di fatterelli ridicoli puniti con severità ed enormi ingiustizie e crimini passati sotto silenzio in nome del denaro che tutto compra anche una legge addomesticata.Il giornalista e lo scrittore Ledesma si immerge dunque nella realtà della sua infanzia passata sulla strada e comincia a studiare le tipologie di sbirri da quartiere malfamato.
Mendez, secondo quanto detto dall’autore nell’incontro, è un mix felice di quattro poliziotti conosciuti in ambiti diversi.Il primo una sorta di guardia del corpo di un capitano fascista, il secondo un imbranato, il terzo una sorta di non violento che scaglia pietre contro i delinquenti e spara in aria. Ma è il quarto che sembra abbia dato l’imprinting più profondo per la costruzione del personaggio di Mendez.Un pezzo grosso della polizia spagnola che racconta le sue storie in una notte insonne trascorsa con Ledesma.
Racconti di strada e di ingiustizia, di carcerazioni illegali e di orribili delitti verso donne e bambini senza difese. Non c’è da stupirsi quindi che il poliziotto creato da Ledesma sorvoli sui piccoli crimini comuni e sia invece risoluto e senza freno nel punire delitti perpetrati verso la parte più indifesa che calca i marciapiedi dei quartieri più malfamati.
La novela negra ha dato allo scrittore spagnolo la possibilità di esprimersi con assoluta libertà e precisione sulla realtà dei fatti, e capire i meccanismi della creazione dei suoi personaggi induce il lettore ad un crescente entusiasmo nel rapportarsi ai suoi romanzi.Un noir sociale quello di Ledesma che, attraverso il suo lungo discorso, ha chiarito ai suoi lettori l’unico vero segreto per mantenere quel patto di veridicità della storia nei loro confronti:osservare e vivere sulla propria pelle le esperienze, mescolarle con i propri ideali e restituirle al lettore ammantate di mistero e ritmo.

Milano Nera, 29 settembre 2009