10 de febr. 2009

Francisco González Ledesma

Vamos a la carga con un clásico, en casa de mis padres había un par de novelas suyas y las recuerdo siempre presentes en las estanterías.

Francisco González Ledesma (Barcelona, 1927) fue Premio Planeta 1984 con Crónica sentimental en rojo.
Novelista precoz, se inició escribiendo guiones de cómics para la editorial Bruguera y novelas del Oeste con el pseudónimo Silver Kane, lo que le proporciona oficio y recursos literarios, además de permitirle costearse la carrera de Derecho. Obtuvo en 1948, con solo 21 años, el Premio Internacional de Novela, instituido por el editor José Janés, por su novela Sombras viejas. Esta obra fue censurada por el franquismo, junto a otra de sus novelas, Los Napoleones. Esto le sumió en el silencio como novelista y le llevó a dedicarse primero a la abogacía y, después, al periodismo, en el Correo Catalán y, durante 25 años, en La Vanguardia, donde llegó a ser redactor jefe.
Esta profesión le llevó a volver a la escritura, y de sus experiencias nacieron El expediente Barcelona y Las calles de nuestros padres, donde adquiere pleno protagonismo el desengañado policía Méndez, nacido en los barrios bajos y conocedor impío de los altos, que junto a Barcelona, es el nexo de las novelas del autor.

Letras Negras, 10 de febrero de 2009

7 de febr. 2009

Mistero di strada

Pietro Ricciardi

Méndez è un vecchio poliziotto, praticamente una carogna. Ma tanti anni sulla strada non gli hanno ancora estirpato dal cuore la ribalda innocenza del ragazzino che sognava di salvare il mondo da se stesso.
David è un padre che ha perso l’unico figlio e, con lui, il gusto della vita. Uno che cerca testardamente la morte e non s’accorge che la bellezza della vita ha ancora in serbo per lui una sorpresa.
Eva Exposito è nata nel posto sbagliato nel momento sbagliato e sembra che faccia sempre le cose più sbagliate. Ma forse sono solo le più sagge, in un tempo che ha smarrito la saggezza. E poi c’è un assassino senza scrupoli che è anche un abile e spregiudicato imprenditore.
Vecchie e giovani puttane dal cuore d’oro. Sbirre sensuali dalle forme prorompenti. Avvocati tormentati. E il peso di un passato violento che non smette di esigere il suo prezzo di sangue.
La «Barcelona posa’t guapa» del miracolo economico catalano, la splendente città dell’Olimpiade, di Ronaldinho e degli Erasmus, stenta a imporre il suo look profumato di «euro» mal guadagnati. Dalle Ramblas al Barrio Chino, da Poble Sec su a Montjuic, sino alle spiagge della Barceloneta, esala ancora l’odore bruciante e vitale di acido fenico del vecchio porto di pirati, e le strade brulicano di fantasmi con gli occhi accesi che fra una «tapa» e una «cana», ti afferrano le braccia e ti costringono ad ascoltare le mille storie sordide delle loro vite disperate.
Francisco González Ledesma quelle strade le conosce tutte. Ancora adesso che ha ottant’anni lo immaginiamo aggirarsi fra vicoli e dimore moderniste, come un vecchio leone furente, a caccia di giustizia, verità, indignazione. Pronto a ridarci, in cambio, il fascino incomparabile della sua scrittura acre, poetica, musicale. Affascinante, come la Barcellona di oggi e di sempre. Giancarlo De Cataldo.

L'Autore
Francisco González Ledesma è nato a Barcellona nel 1927. A 21 anni ha vinto il Premio Internazionale per il Romanzo con Tiempo de venganza assegnato da una giuria in cui erano presenti Somerset Maugham e Walter Starkie. Durante il franchismo ha scritto una serie di romanzi, censurati dal regime, che gli hanno permesso di ottenere il Premio Planeta e per ben due volte il Premio Mystère per il migliore romanzo straniero pubblicato in Francia. Caporedattore di «La Vanguardia», ha scritto, tra l’altro, Cronica sentimental en rojo, Premio Planeta 1984, e Soldados. Con lo pseudonimo di Enrique Moriel, ha scritto La ciudad sin tiempo. Mistero di strada ha avuto in Spagna uno straordinario successo di pubblico e di critica e ha vinto il Premio Novela Negra 2007.

Mondo in Tasca, 7 febbraio 2009

3 de febr. 2009

Mistero di strada

La Barcellona più torbida e vera in un altro caso del poliziotto Méndez di Francisco González Ledesma

Per i milioni di turisti che la affollano ogni anno Barcellona è la città dei locali alla moda, dell’architettura ardita, di Gaudì e del progresso sorridente ed esuberante. Il simbolo di una Spagna che guarda fiduciosa al futuro e non sembra aver paura di nulla. Per chi in quella città ci è vissuto e cresciuto, però, per chi ha misurato i suoi marciapiedi, varcato le soglie dei suoi ormai demoliti edifici fatiscenti, frequentato i suoi tanti bordelli e gli ancor più numerosi bar, oggi inghiottiti da mille cloni in vetro e alluminio, Barça è un panorama di misteri e morte, una vecchia amica prossima al tramonto.
È questa la città di Méndez, poliziotto rimasto inchiodato al gradino più basso della gerarchia per la totale mancanza di rispetto per le regole, ampiamente compensata dall’amore per l’alcol, i vicoli, le bettole e i loro frequentatori. A lui tocca indagare sull’omicidio di un uomo, freddato in una dismessa casa d’appuntamenti: vittima un rapinatore responsabile, anni prima, di un colpo nel quale morì un bambino; sospettato numero uno David Miralles, il padre di quel bimbo, diventato una guardia del corpo senza passioni e con tanta voglia di morire, che l’agente teme voglia uccidere anche il vecchio complice della vittima. Peccato che questo sia un losco e inafferrabile trafficante, quanto mai determinato a precedere la vendetta di Miralles. Méndez permettendo.
Inseguendo bersagli e sicari, il romanzo del maestro del noir spagnolo Francisco González Ledesma, Mistero di strada (Giano Editore), accompagna il lettore in una Barcellona tutt’altro che da cartolina. Lontano dai viali scintillanti e dal vivace lungomare, trasuda l’anima vera della metropoli catalana, fatta di uomini feriti, avvocati in rovina e prostitute rancorose, tutti però ancora capaci di gesti veri e generosi. Li fronteggiano moderni affaristi senza scrupoli, assassini mercenari e un progresso che appiattisce tutto. A Ledesma quest’arido "nuovo" non piace e lo combatte con una trama lineare ma avvincente, personaggi profondi e toccanti, una descrizione d’ambiente che procede a piccoli, luminosi sprazzi. Ma soprattutto con una scrittura magistrale, che alterna le durezze dei bassifondi e la tenerezza dei disperati, il cinismo dei reietti e un’ironia spassosa e tagliente. Che forse non basterà a fermare ruspe e globalizzazione (anche perché Ledesma ha quasi 82 anni), ma che per la città è un’eredità ben più preziosa di tanti turisti frettolosi.